Sabrina CottoneI clochard non sono solo figure romantiche, dalle lunghe vite misteriosamente scelte e vissute in strada. I senzatetto di Milano sono tanti, tra le 2.500 e le 3.100 persone che dormono tra i cartoni o nei centri di accoglienza, quando superano vergogna e diffidenza e ne varcano i portoni. L'impoverimento, il lavoro che non c'è più, il gioco che sembra una zattera e invece diventa zavorra che ti trascina sempre più, colpisce anche i giovanissimi. Cercano di farsi una vita loro e finiscono senza un tetto e senza la forza di tornare indietro. Aumentano i senzatetto venticinquenni. E aumentano gli sposati, anche se in realtà sposati spesso lo sono solo di forma. E poi le donne. Una volta erano le eccezioni, adesso sono in costante aumento, senza genitori che possano occuparsene. Oppure, nel caso di molte straniere arrivate dall'Est, badanti rimaste senza l'anziano o l'anziana di cui si prendevano cura e così anche di una casa in cui poter vivere. Sono alcune delle nuove povertà estreme che appaiono dai dati del Comune, grazie all'ultimo report realizzato dal Centro Aiuto Stazione Centrale di via Ferrante Aporti.Racconta Costantina Regazzo, direttore dei servizi di Fondazione Progetto Arca: «Negli ultimi anni stanno aumentando i giovani dai venticinque ai trenta anni, (...)
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