La decisione di candidarsi non è stata immediata: «Prima di tutto volevo dare una mano», spiega Maria Alberta Viviani, ex dirigente della Rai di Milano e tuttora manager con alle spalle esperienze nel pubblico e nel privato, «adottata» dalla città quando aveva cinque anni.
Come si è convinta a correre nella lista «Milano popolare» per Parisi sindaco?
«Appena ho saputo che Stefano Parisi, che conosco da anni, si candidava ho deciso di dare il mio contributo. Inizialmente non pensavo a una candidatura però. Poi Maurizio Lupi (capolista di Milano popolare, ndr) mi ha chiesto un impegno diretto e ho accettato la sfida. Perché credo in Parisi, ha grande volontà ed equilibrio e saprà fare cose importanti per la città».
Quale contributo pensa di poter dare con la sua partecipazione?
«È mia abitudine spendermi completamente nelle cose che faccio. Soprattutto credo che per Milano serva un vero cambiamento».
Da dove si comincia?
«Il primo cambiamento, quello fondamentale, dovrà riguardare la sicurezza. Con impiego di uomini, mezzi e tecnologia, a partire dalla sorveglianza delle metropolitane giorno e notte. In particolare in periferia».
Qualcuno ha ricordato che Milano non è il Far West...
«Certo che no. Ma racconto un'esperienza personale di pochi giorni fa. Mi trovavo a Porta Venezia, dove vivo, erano le 20 e c'era ancora luce. Un uomo si è avvicinato e ha afferrato i manici della mia borsa. Ho reagito, ho urlato e lui è scappato. Ripeto: la sicurezza e soprattutto la sicurezza delle donne sono la priorità».
Quale sarebbe la sua prima iniziativa concreta?
«Stringerei un accordo con i tassisti per far accompagnare a casa i giovani che escono dalla discoteca a prezzi contenuti. A tutela di ragazze e ragazzi».
I giovani le stanno a cuore?
«Sì, come i diversamente abili. E come gli anziani - io li chiamo adulti- che sono spesso anche loro vittime dei delinquenti. Dico di più. Le persone più esperte possono essere di aiuto ai ragazzi. Per questo creerei spazi messi a disposizione dal Comune per far incontrare giovani e meno giovani».
Se dovesse scegliere i punti forti da valorizzare ancora di più nei prossimi cinque anni, quali elencherebbe?
«Il verde prima di tutto. Lo metterei al centro della nuova amministrazione, immagino grandi aree belle e sicure. Poi le piccole imprese e in particolare i mestieri e i piccoli negozi artigiani: rappresentano le radici della nostra città».
Le proposte della manager che corre nella lista «Milano popolare»