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Dalle ronde alla chat di quartiere La sicurezza dei cittadini? In rete

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Da Buenos Aires al Corvetto, da via Dante a Lorenteggio Gruppi di residenti e negozianti contro illegalità e degrado

Alberto Giannoni

Commercianti e cittadini in rete. Contro il degrado e la microcriminalità, per la sicurezza e la qualità della vita nei quartieri.

Sono già diversi a Milano i gruppi del genere, nati spontanei per contrastare la dilagante percezione di insicurezza. Il funzionamento è molto semplice: i partecipanti alla chat si allertano l'uno con l'altro quando vedono qualcosa che non va, segnalano personaggi sospetti e intervengono in caso di illeciti o pericoli concreti. Ai «Grigioni», nel municipio 4, il gruppo è già un fenomeno e in poche settimane è arrivato a contare già 400 persone. Ma non è il solo. Un gruppo whatsapp è partito in corso Buenos Aires. Ed esperimenti simili si stanno estendendo anche in via Dante, via Torino, corso Vittorio Emanuele e in Galleria. Ma anche a Lorenteggio e al Giambellino. E uno dovrebbe partire anche a Lambrate. L'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza li vede di buon occhio e vorrebbe che si estendessero alle periferie. Il gruppo del «supercondominio» Grigioni, al Corvetto, va a gonfie vele: «Siamo partiti con 5-6 persone per controllare il verde e essere d'aiuto al quartiere - racconta Pino Di Benedetto, presidente del comitato Grigioni - in un paio di settimane eravamo 50, dopo un mese giù cento. Abbiamo creato due gruppi, uno solo per le emergenze, l'altro dedicato a problemi e proposte. La sera contiamo anche 150 messaggi. La settimana scorsa c'è stato un intervento, per soccorrere una donna che era stata scippata».

In zona Molise Calvairate, quartiere critico per le case popolari, si è passati dalle passeggiate anti-occupazioni al gruppo whatsapp. Uno dei promotori oggi è presidente della commissione Sicurezza del municipio 4, Francesco Rocca: «Sono sentinelle della legalità, come ai Grigioni, per contrastare fenomeni criminali. Chi meglio dei cittadini può presidiare il territorio? Io stesso ne ho fatto parte, perché nel nostro quartiere c'è il problema delle occupazioni abusive. Ne abbiamo bloccate una dozzina, il racket ovviamente, mai donne o persone bisognose. Avevamo installato anche un allarme sonoro. I cittadini spesso possono arrivare prima delle forze dell'ordine. E bloccano la persona sospettata o colta in flagrante dicendo: aspettiamo insieme la polizia. Non vedo possibilità di abusi». Le forze dell'ordine si raccomandano di non usare mai la forza. «Noi abbiamo un vademecum su come comportarci - spiega Di Benedetto - le regole sono chiare: mai essere da soli, mai usare la forza, e se dovessimo fermare qualcuno lo faremmo solo in virtù del numero. Comunque questo strumento funziona soprattutto sotto il profilo psicologico. È importante sapere che non si è soli e che qualcuno all'occorrenza può intervenire».


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